venerdì 9 maggio 2008

Eugenio

Oggi, mentre effettuavo una misura di resistenza di terra a Valli del Pasubio, ho avuto uno di quegli incontri che ti restano in mente. Nei prati, ormai aggrediti dai boschi tutto intorno, ho trovato Eugenio, che con la moglie un po’ più distante stava sistemando il suo orto. Abbiamo parlato, prima con diffidenza, poi con maggiore affabilità. Mi ha raccontato di essere stato un "recuperante" fin da piccolo, di essere nato nel 1924; di essere di nome Eugenio ma avrebbe dovuto essere Fortunato, perché il recuperante cerca le bombe inesplose e lui ha visto la morte vicina non una, non dieci, ma centinaia di volte. Di essere grato a Dio perché la bomba che gli ha dilaniato una mano non gli ha tolto la possibilità di far crescere i suoi figli. Mi ha raccontato di quando le colline lì intorno, in giugno, sembravano montagne di oro: oggi il frumento (formento) ha lasciato il posto ai boschi e alle "russe". Mi ha detto che cinquant’anni fa a Valli c’erano 50.000 bestie, oggi saranno cinque e il latte arriva anche lì dall’estero.
Io gli ho detto solo che anche mio padre è del 1924 e gli ho brevemente spiegato cosa stavo facendo… ma va bene così perché mi piaceva sentir parlare lui. Poi l’ho salutato facendogli gli auguri e augurandogli "in bocca al lupo".
Quando mi ero allontanato di una trentina di metri, sulla strada in discesa, da sopra lui mi chiama. Mi giro e lui, con la mano alta, grida: "Salutami il mio coscritto, anche se non lo conosco! Sempre con le carte alte!"
Sarà fatto. Ciao Eugenio

Nessun commento: