sabato 17 gennaio 2009

Lettera a Luca Carboni

Egregio sigor Carboni, con che diritto lei si permette di guadagnare soldi vendendo canzoni scritte e cantate da altre persone? Mi riferisco, come ovviamente avrà capito, al suo nuovo album , “Musiche ribelli”. Che poi, già chiamarlo nuovo è una bugia. Cosa ci sarebbe di nuovo?
Vede, un artista è colui che realizza, che crea un’opera d’arte. La canzone è anch’essa una forma d’arte.
Leonardo da Vinci, nel XVI secolo, realizzò “La Gioconda”. Anche per questo motivo viene ricordato nei secoli. Mi citi, se lo conosce, il nome di qualcuno che ha copiato “La Gioconda”. Qualcuno lo ha fatto, lo sappiamo; e sappiamo che questo qualcuno ha pure guadagnato dei soldi, vendendo la copia pur dichiarata tale. Copia che non verrà però mai esposta in alcun museo! Adottando lo stesso paragone, lei è libero, ci mancherebbe altro, di andare a cantare “La casa di Hilde” o “Venderò” a casa di chiunque. Che so… ad un matrimonio, o a qualsiasi altra festa privata; e può anche farsi pagare. Ma non accetto di sentire per radio, ad esempio, “Ho visto anche degli zingari felici” cantata da lei. La radio è pubblica, viene sentita da tutti, e tutti devono avere il diritto di sentire l’originale, non la copia.
Proprio quest’ultimo pezzo da me citato, inoltre, merita un discorso a parte: Lolli non scrisse quella canzone… scrisse quel disco. Ma come può lei (e il suo discografico) prenderne una parte, inciderla tale e quale e diffonderla continuamente per radio? E come se un museo, tornando all’esempio di prima, esponesse solo una mano copiata de “La Gioconda”. Ma chi si vuole prendere in giro?
Non si offenda, se la accuso di prendere in giro qualcuno. Perché è la verità: se un qualsiasi ascoltatore ricorda i pezzi originali, troverà le sue copie vergognose. Ma se un bambino non le conosce, lei lo prende in giro. Che ne dice: dovremmo aspettare molto prima di trovare un ragazzino che dica che “L’avvelenata” è una canzone di Luca Carboni? Non sarà una truffa, ma una presa per i fondelli si. A questo punto, vuole che apriamo una parentesi su “L’avvelenata”? Scritta da Francesco Guccini in un periodo particolare della sua carriera, efficacissima per esprimere una scatenata protesta contro i discografici, contro i bempensanti. Contro, guarda caso, un certo modo di fare canzoni. E lei la copia? Ma non si vergogna?
Non mi risponda con: io non la copio, le rendo omaggio. Perchè per rendere omaggio a “L’avvelenata” la si ascolta e riascolta. E poi la si ascolta di nuovo. E poi la si canta; da soli, in compagnia, con la chitarra, a voci scoperte. Ma l’originale, quella vera: non la copia!
Chiudo, con una segnalazione. Se la sua vena artistica è finita, e non le riesce più di scrivere canzoni sue, non si metta a vendere le canzoni degli altri: non ci serve. Se il problema è il denaro, si trovi un lavoro onesto. Vada a fare l’operaio, il commesso, o qualche altro lavoro che le riesce trovare. E le canzoni dei cantautori, se le piacciono, se le canti poi alla sera sotto la doccia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

CERTAMENTE NON MERITEREBBE DI ESSERE COMMENTATA COME PERSONA INTELLIGENTE,EVIDENTMENTE LEI E IL CLASSICO ASOCIALE PARANOICO CHE PENSA ANCORA A QUEI IDEALISMI ORMAI FINITI.ADDIRITTURA VOREBBE PARAGONARE QUESTE CANZONCINE A OPERE D ARTE, PENSA UN PO A DIVERTIRSI,ESCA DAL TUNNELL E VIVA LA VITA DI GIORNO IN GIORNO,TANTO A NOI NON E PIACIUTO PROPRIO STO DISCO,SAPPIAMO CHE LUCA E UN ALTRO....MENOMALE

Francesca ha detto...

Se Luca non avesse deciso di cantare queste canzoni,le mie orecchie non le avrebbero mai sentite e grazie a lui le ho scoperte,imparate,sapendo che comunque sono state scritte da altri cantautori non pensando che le avesse scritte Luca...Poi sta ad ognuno decidere quale versione piace .
Comunque non sono due coppie come i quadri di cui parlava ma ci sono due versioni diverse di una canzone con le stesse parole.
Buona serata Francesca di Bergamo